SERVIZI ATTIVATI PER L’EMERGENZA AFGHANISTAN
L’UNHCR ha deciso di restare in Afghanistan e garantire assistenza al popolo afghano, finché avrà accesso alla popolazione e sarà garantita l’incolumità degli operatori umanitari sul campo. L’organizzazione lavora nel Paese da oltre 40 anni e sta cercando di portare avanti i programmi avviati e di intensificare l’assistenza umanitaria e le azioni di protezione della popolazione civile.
Al termine dei voli di evacuazione, i bisogni in Afghanistan restano enormi, con più della metà della popolazione (circa 18milioni di persone) che necessita di assistenza umanitaria. L’ondata di violenza che ha accompagnato il ritiro delle forze straniere e l’avanzata dei Talebani ha causato oltre 590 mila nuovi sfollati interni che si sono aggiunti ai quasi 3 milioni di persone sfollate che vi erano già prima del 2021. Circa l’80% di loro sono donne e bambini.
L’UNHCR si sta mobilitando per garantire beni di prima necessità alle persone sfollate: tende, kit igienici, coperte, materassini, stoviglie per cucinare e dispositivi di protezione individuale per cercare di fronteggiare anche il drammatico aumento di casi di Covid-19. Si sta lavorando per garantire l’arrivo di aiuti umanitari attraverso convogli umanitari dal vicino Pakistan per poter raggiungere più persone in vista del rapido avvicinarsi dell’inverno.
L’organizzazione sta inoltre predisponendo un piano di assistenza nei paesi confinanti, in primo luogo in Iran e Pakistan, ma anche negli altri paesi dell’Asia Centrale (Tajikistan, Turkmenistan, Uzbekistan) dove già diversi milioni di afghani hanno trovato rifugio da decenni e dove potrebbero arrivare nuovi flussi. Come parte del piano di preparazione, l'UNHCR rafforzerà la presenza nelle zone di confine per monitorare i movimenti della popolazione, aumenterà le scorte di aiuti umanitari e alloggi di emergenza, oltre ad iniziare i preparativi per i centri di accoglienza.
Attualmente le risorse umanitarie sono drammaticamente insufficienti. L’UNHCR si appella alla generosità dei singoli cittadini, delle imprese e delle fondazioni affinchè sostengano le proprie operazioni umanitarie in Afghanistan.
Alla luce dell’impegno che l’UNHCR assume in situazioni di conflitti armati, calamità pubbliche e naturali, le donazioni effettuate dalle aziende italiane sono deducibili al 100%.
NECESSITÀ RILEVATE PER EROGARE I SERVIZI
L’UNHCR ha lanciato un appello per raccogliere con urgenza 62,8 milioni di dollari (pari a 53 milioni di euro) per sostenere le operazioni umanitarie a favore degli sfollati interni in Afghanistan, nonché quelli di preparazione in Afghanistan e nei Paesi limitrofi.
INIZIATIVE PIANIFICATE NEL MEDIO-LUNGO PERIODO PER L’INCLUSIONE DEI BENEFICIARI AFGHANI
L’UNHCR ha dato la propria disponibilità alle autorità italiane per favorire l’inclusione economico-sociale dei rifugiati afghani arrivati in Italia attraverso i voli di evacuazione.
I rifugiati afghani verranno inseriti nel progetto “Welcome. Working for Refugee Integration” che promuove l’integrazione lavorativa dei rifugiati in Italia facendo sistema, creando ponti tra il mondo delle imprese e la rete dell’accoglienza e fornendo formazione mirata per le imprese sui temi della protezione internazionale e della diversità in azienda.
L'UNHCR, Agenzia ONU per i Rifugiati, è un'organizzazione globale dedicata a salvare vite umane, proteggere i diritti e costruire un futuro migliore per le persone costrette a fuggire dalle loro case a causa di conflitti e persecuzioni. Guidiamo l'azione internazionale per proteggere i rifugiati, le comunità costrette a fuggire e le persone apolidi. Forniamo assistenza salvavita, aiutiamo a salvaguardare i diritti umani fondamentali e sviluppiamo soluzioni che garantiscano alle persone un luogo sicuro chiamato casa, dove possano costruirsi un futuro migliore. Lavoriamo anche per garantire che agli apolidi venga riconosciuta una nazionalità. Lavoriamo in oltre 130 Paesi, utilizzando la nostra vasta esperienza per proteggere e assistere milioni di persone.
Dal 1950 l’Agenzia è stata insignita del Premio Nobel per la Pace per due volte (1954, 1981).
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