L’eguaglianza nel diritto alla salute e quanto debba essere ancora fatto per garantirne una piena realizzazione hanno spinto Fondazione Roche e Associazione Avvocato di Strada a organizzare a Milano la tavola rotonda «Avrò cura di te: l’assistenza sanitaria per persone senza dimora in Italia».
Il fine dell’incontro è stato creare un momento di confronto tra i vari interlocutori del sistema sulla legge n. 176/2024, finalizzata a riconoscere progressivamente il diritto all'assistenza sanitaria alle persone senza dimora prive della residenza anagrafica (sul territorio nazionale o all'estero) e soggiornanti regolarmente in Italia, la cui recente approvazione - dopo un’attesa durata quindici anni - rappresenta un primo passo per colmare una disuguaglianza che andava a discapito di una categoria di cittadini già, di per sé, socialmente emarginati. L’evento è stato anche l’occasione per avviare un dialogo sulla migliore attuazione della legge, alimentare la collaborazione tra i vari attori coinvolti e condividere esperienze che possono dare spunti per i prossimi passi.
In Italia, quando una persona per qualsiasi circostanza finisce a vivere in strada, perde la residenza e, se non si attiva seguendo complicate e spesso arbitrarie procedure amministrative, viene cancellata dall'anagrafe del comune, perdendo così una serie di diritti, tra cui il diritto alla salute. Chi è senza tetto e dunque senza residenza per curarsi può ricorrere solo al pronto soccorso il cui costo stimato mediamente, per singolo intervento, è quasi triplo ed in alcuni casi anche quadruplo rispetto al costo annuale di un medico di medicina generale per ogni paziente.
È questo il contesto in cui si inserisce la battaglia quindicennale di associazioni come Avvocato di Strada che insieme al deputato Marco Furfaro sono riusciti a raggiungere un importante traguardo con l’approvazione, il 6 novembre 2024, all’unanimità da parte del Parlamento italiano della legge 176 che ha istituito un fondo, con una dotazione di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2025 e 2026, per il finanziamento di un programma sperimentale mirato a consentire alle persone senza fissa dimore l'iscrizione nelle liste degli assistiti delle aziende sanitarie locali, la scelta del medico di medicina generale o del pediatra di libera scelta, nonché l'accesso alle prestazioni incluse nei livelli essenziali di assistenza (LEA). In questa prima fase la legge si applica nelle sole città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) e non include i cittadini stranieri senza permesso di soggiorno.
“Credo che l’approvazione di questa legge sia una vittoria fondamentale per il nostro Paese, dove purtroppo se una persona finisce in strada viene cancellata dall'anagrafe e a quel punto, non avendo più la residenza, perde anche il diritto alla salute ovvero la possibilità di essere presa in carico da un medico di base. L’unica chance diventa il pronto soccorso, che non è però in grado di fornire cure continuative per malattie come il diabete, la tubercolosi, le epatiti, e quindi queste persone non hanno di fatto possibilità di curarsi – ha spiegato Antonio Mumolo, Presidente Avvocato di Strada. “Abbiamo iniziato questa battaglia 15 anni fa, insieme a tante associazioni, in modo che tutti potessero un giorno avere accesso al diritto alla salute, previsto dalla nostra Costituzione. Oggi è legge e la sfida adesso è fare in modo che tale legge, applicabile attualmente nelle città metropolitane, venga estesa in tutte le regioni italiane. Ricordando sempre che tutelare i diritti dei deboli significa, alla fine, tutelare i diritti di tutti noi”.
“Partendo dal presupposto che le persone non sono né la propria malattia, né la propria povertà, né la propria condizione economica complicata, abbiamo fatto questa legge per dare loro un punto di partenza da cui ricominciare: l’assistenza sanitaria – ha affermato nel corso del suo intervento l'On. Marco Furfaro, primo firmatario della normativa in questione – Si tratta di dare un messaggio chiaro al Paese, ovvero che a fronte di una difficoltà lo Stato non solo garantisce un diritto primario come quello alla salute ma lo garantisce affinché sia anche uno viatico per uscire dalla condizione di senza dimora”.
Secondo l’ultima rilevazione ISTAT sono quasi 100.000 le persone senza tetto censite in Italia, in maggioranza uomini, di cui il 62% cittadini italiani. Le persone senza tetto e senza fissa dimora censite risultano iscritte all'anagrafe di 2.198 comuni italiani, che si concentrano per il 50% in 6 comuni a più alta intensità: Roma (23%), Milano (9%), Napoli (7%), Torino (4,6%), Genova (3%) e Foggia (3,7%). Questi ultimi dati, però, si riferiscono solo alle persone senza dimora censite - ovvero che si sono rivolte alle anagrafi comunali per farsi iscrivere - che sono, come si può immaginare, la minoranza. Tuttavia, la stessa rilevazione identifica, per la prima volta e con maggior dettaglio, le convivenze anagrafiche e le cosiddette “popolazioni speciali”, costituite da persone senza tetto, senza dimora e da coloro che vivono nei campi attrezzati e negli insediamenti tollerati o spontanei. Un aggregato, secondo i dati ISTAT, di oltre 500.000 persone.
“La legge 176/2024 vuole garantire un diritto umano ovvero il diritto alla salute e così entra nella logica della nostra Costituzione che riconosce proprio la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Fino a questa legge – ha commentato Mariapia Garavaglia, Presidente Fondazione Roche – c’era quindi un vuoto da colmare. Occorre implementarla quanto prima attraverso il lavoro delle Regioni. Come Fondazione Roche siamo da sempre attenti alle disuguaglianze in ambito sanitario perché permettere che alcuni cittadini restino indietro per motivi di appartenenza sociale, geografica, economica o di qualsiasi altro tipo è una sconfitta per la collettività."
All’evento sono intervenuti: l'On. Marco Furfaro, Antonio Mumolo, Presidente Associazione Avvocato di strada Onlus; Filippo Anelli, Presidente Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri); Carlo Costantini, Direttore Sanitario Poliambulatorio Opera San Francesco per i Poveri; Mario Carli, medico di medicina generale e volontario Fondazione Culturale San Fedele; Agostina Stano, coordinatrice della sede di Milano di Avvocato di Strada Onlus; Anna Lisa Mandorino, Segretaria generale Cittadinanza attiva APS; Carlo Borghetti, Consiglio regionale Lombardia; Elena Mazzoni, Assessora all'Agenda digitale, Legalità, Contrasto alle povertà Regione Emilia Romagna; Lamberto Bertolè, Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano; Mariapia Garavaglia, Presidente Fondazione Roche.
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L’eguaglianza nel diritto alla salute e quanto debba essere ancora fatto per garantirne una piena realizzazione hanno spinto Fondazione Roche e Associazione Avvocato di Strada a organizzare a Milano la tavola rotonda «Avrò cura di te: l’assistenza sanitaria per persone senza dimora in Italia».