Fondazione Gi Group: “Insieme per un futuro sostenibile: giovani e lavoro”

L’Italia si posiziona agli ultimi posti in Europa per popolazione giovane 15-34 anni, con un record di NEET (giovani che non studiano, non lavorano e non sono impegnati in percorsi di formazione) che raggiunge quasi quota 3 milioni.

La mancanza di ragazzi e ragazze che entrano nel mercato del lavoro si traduce in meno persone in grado di costruire il futuro del Paese, ma soprattutto in una generazione di soggetti fragili, privi degli strumenti e della consapevolezza per porre le basi per realizzare i loro sogni e le loro ambizioni, con un domani incerto.

Impegnarsi nella costruzione di un futuro del Lavoro Sostenibile significa anche rivolgersi alle nuove generazioni aiutandole a ritrovare consapevolezza, fiducia in se stessi e supportando il loro ingresso e la permanenza nel mondo del lavoro.

I giovani, e in particolar modo la prevenzione del fenomeno NEET, sono una delle priorità di intervento di Fondazione Gi Group che ha realizzato insieme a Gi Group Holding lo studio internazionale “Insieme per un futuro sostenibile: giovani e lavoro”. Le evidenze verranno condivise mercoledì 20 settembre alle ore 10.00 durante l’evento omonimo. In questa occasione si farà luce sulle principali caratteristiche demografiche ed economiche, sugli elementi che impattano maggiormente sull’occupazione giovanile e sulla transizione scuola-lavoro, arrivando a mettere in luce le best practice esistenti nei 7 Paesi comparati nello studio, identificando cosa si potrebbe fare anche in Italia per migliorare la condizione dei giovani.

 

Per seguire l’evento in streaming è necessario registrarsi qui: https://lavorosostenibile.gigroup.com/eventi/insieme-per-un-futuro-sostenibile-giovani-e-lavoro/subscription

 

 


L'evento sarà occasione per far luce sulle principali caratteristiche demografiche ed economiche, sugli elementi che impattano maggiormente sull’occupazione giovanile e sulla transizione scuola-lavoro, arrivando a mettere in luce le best practice esistenti nei 7 Paesi comparati nello studio, identificando cosa si potrebbe fare anche in Italia per migliorare la condizione dei giovani.