Fondazione Conad ETS presenta il progetto scuola 2024

L'iniziativa per sensibilizzare le nuove generazioni sulle emergenze sociali in atto

Fondazione Conad ETS dà continuità all’impegno di Soci e Cooperative Conad verso le istituzioni scolastiche, gli insegnanti e gli studenti, consentendo a migliaia di ragazzi di assistere gratuitamente a eventi in diretta satellitare e live streaming dedicati a tematiche urgenti e attuali, trattate dalla viva voce dei protagonisti dell’impegno civile, culturale e scientifico del nostro Paese.

Il Progetto Scuola di Fondazione Conad Ets, che si inserisce nel programma di eventi in live streaming per le scuole organizzato da Unisona, patrocinato dalla Città di Milano, ha l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni sulle emergenze sociali in atto e sulle possibili soluzioni per costruire una società più equa e inclusiva. Dibattiti, testimonianze, esperienze, film e immagini, per suscitare nei ragazzi la voglia di comprendere il presente e diventare attori del cambiamento.

Questa mattina, in diretta streaming dalla sede di Piazza dei Mestieri di Milano, si è tenuto il secondo dei quattro incontri previsti per l’anno scolastico in corso: Leopoldo Grosso e Simona Baracco dell’Università della Strada Gruppo Abele hanno parlato a 33mila studenti di 298 istituti scolastici, dislocati in 192 città in tutta Italia, di sostanze e comportamenti a rischio, ingaggiando un dialogo aperto, capace di promuovere una maggiore consapevolezza circa le sfide che i più giovani si trovano ad affrontare.

Ospite straordinario, Don Luigi Ciotti che ha sottolineato l’importanza di porsi nei confronti di ragazzi con dipendenze in una posizione non giudicante, attenta a non cadere in forme di paternalismo: ci ha ricordato che la dimensione della dipendenza tocca temi esistenziali centrali, dalla ricerca del piacere alla fuga da una vita vissuta come frustrante, fino all’anestesia di un dolore percepito come intollerabile.

Centrale il tema del piacere, un movente potente che può portare i ragazzi a ritrovare nella sostanza una dimensione di “rifugio della mente”, ma c’è anche la gestione di un vissuto di dolore, dove la sostanza può diventare un anestetico, una protezione transitoria e incerta da un mal di vivere diffuso. C’è l’inevitabile fragilità e insicurezza giovanile, dove la sostanza può rappresentare una difesa, una stampella identitaria nel confronto tra sé e il mondo. C’è la dimensione corporea, che può rendere difficile la relazione con il mondo esterno. C’è infine l’uso di sostanze in gruppo, come legame e rito di appartenenza a una ‘compagnia’ giudicata importantissima dai suoi partecipanti.

Non esistono moventi universali per le pratiche d’uso, in quanto le sostanze e i comportamenti a rischio caricano di diversi significati e valenze le storie delle persone, e devono pertanto essere interrogati e trattati nella loro profonda complessità" – ha detto Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele.

La Fondazione Gruppo Abele da più di 50 anni accompagna storie di fragilità e di fatica, e ha seguito l’evoluzione del fenomeno delle dipendenze nel tempo, rinnovando progressivamente chiavi di lettura e modalità di intervento in una costante integrazione tra il sanitario e il sociale, tra il terapeutico e l’educativo. Nell’incontro con le storie di dipendenza, lo strumento cardine è la relazione, un camminare insieme alla persona per tornare a farla sentire protagonista della sua vita e a riscoprire il valore delle sue competenze.

Ci si riferisce a percorsi CON le persone, con uno sguardo attento e curioso ai singoli percorsi di crescita, facendo emergere non solo le fragilità e i bisogni, ma sostenendo la riscoperta di risorse e competenze essenziali per promuovere un maggiore benessere” – precisano dal Gruppo Abele, e proseguono: “Nell’affrontare, come Gruppo Abele, il problema delle dipendenze, cerchiamo da sempre di mettere al centro del nostro riflettere e del nostro fare la persona e non la sostanza. Abbiamo ben chiari la forza della chimica e il suo potere di condizionamento delle scelte umane, e tuttavia continuiamo a ritenere che le persone che assumono sostanze non obbediscano unicamente alla sollecitazione e all’inseguimento del piacere, ma usino con costanza droghe illegali e legali perché in esse trovano rifugio. Un rimedio a difficoltà delle quali spesso non sono neppure del tutto consapevoli, un benessere che va oltre la semplice e dirompente soddisfazione del momento”.

Un racconto particolarmente coinvolgente per tutti: ragazzi che vivono in prima persona i disagi giovanili, adulti che sono chiamati a comprendere e ad accompagnare la crescita e la presa di coscienza dei giovani. La mattinata è stata caratterizzata da una conversazione interattiva con gli studenti collegati, che hanno posto domande, sollevato quesiti e fornito stimoli. La voce dei ragazzi - che hanno potuto accedere gratuitamente all’evento grazie al sostegno di Fondazione Conad ETS - si è fatta sentire attraverso le risposte al sondaggio proposto online nel corso della mattinata, dalle quali è emerso come i ragazzi pensino che le dipendenze possano essere legate anche a sostanze legali e a determinati comportamenti, pur consapevoli che le sostanze illegali rimangono le più pericolose. Che le dipendenze siano di fatto una perdita di controllo; e che, se si sentono a rischio dipendenza, i ragazzi siano portati a parlarne in primis con gli amici, in seconda battuta con i familiari. Ha risposto “con nessuno” una percentuale maggiore rispetto a quanti si dicono portati a parlarne con associazioni o enti preposti, con insegnanti o allenatori.

La mattinata è stata arricchita dal collegamento con lo scrittore Daniele Mencarelli, autore del romanzo “Tutto chiede salvezza”, da cui è stata tratta una fortunata serie Tv, capace di tratteggiare con grande delicatezza di sentimenti sia le fragilità che le potenzialità della persona. Riflettendo su esperienze personali, Mencarelli ha indicato nell’educazione digitale, ecologica, e nell’informazione scevra da pregiudizi sulle sostanze le tre vie per un’utile formazione ai ragazzi per prevenire rischi e dipendenze.

«Siamo orgogliosi di sostenere per il secondo anno questo importante progetto dedicato ai ragazzi delle scuole superiori di tutta Italia. Il valore aggiunto, quest’anno, è che la scelta dei temi da trattare è stata guidata dagli studenti che hanno partecipato all’edizione 2023 e che hanno espresso le loro preferenze rispondendo a un sondaggio realizzato da Ipsos. Un modo per farli sentire ancora più protagonisti di giornate di confronto che ci auguriamo possano aumentare la loro attenzione e sensibilità verso temi sociali importanti, stimolandoli a diventare attori del cambiamento» ha dichiarato la Direttrice di Fondazione Conad ETS, Maria Cristina Alfieri.

«Grazie alla partecipazione delle nostre Cooperative e dei Soci Conad su tutto il territorio nazionale – ha concluso Alfieri – offriamo anche quest’anno alle scuole di ogni Regione l’accesso gratuito a un programma di incontri su temi che spaziano dalla prevenzione delle dipendenze al dibattito sulle nuove tecnologie, dalla lotta alle mafie al benessere psicofisico».

Al termine di ogni incontro, verranno raccolte le opinioni dei ragazzi sulle nuove tematiche proposte: Ipsos analizzerà le risposte in forma aggregata, e la survey restituirà il punto di vista delle nuove generazioni su importanti tematiche sociali e d’attualità. Questo prezioso osservatorio sarà poi oggetto di un confronto con i rappresentanti del mondo politico-istituzionale, della cultura e dell’impegno civile, che Fondazione Conad ETS organizzerà in giugno, al termine della programmazione.

 

www.fondazioneconadets.it


Fondazione Conad ETS ha presentato il Progetto Scuola 2024 con l’obiettivo di sensibilizzare le nuove generazioni sulle emergenze sociali in atto e sulle possibili soluzioni per costruire una società più equa e inclusiva.